Sono passati ormai sette anni da quando Yamaha ha svelato il Dark Side of Japan. E non crediamo di esagerare nel dire che forse non tutto il motociclismo, ma sicuramente la gamma Yamaha, è cambiata per sempre. Perché da allora la famiglia MT è diventata una delle più importanti all’interno della proposta moto della Casa di Iwata creando un vero e proprio brand nel brand, con proposte che vanno da 125 a 1000.
Quello del 2021 è il primo vero cambio generazionale per la capostipite, la MT-09, che… in senso buono, cresce senza diventare noiosamente adulta. Arriva l’Euro-5, arriva la piattaforma inerziale per diventare più efficace nella gestione elettronica, arriva il nuovo cruscotto TFT, ma allo stesso tempo cresce di cilindrata per aumentare potenza e coppia e cala nel peso. Insomma, la EmmeTì mantiene in primo piano il fattore divertimento come ha sempre fatto, pur nobilitandosi nelle finiture e nella dotazione. Per dirla in breve, è cresciuta restando una ragazzaccia. E continua a costare poco, perché ve la portate a casa con 9.499 euro.
Ma parliamo un po’ di numeri. i cavalli diventano 119 dai 115 del precedente 850. E il dato più significativo viene dalle misure caratteristiche: l’alesaggio resta fermo a 78 mm, mentre la corsa sale da 59,1 a 62,1 mm. La scelta di guadagnare cilindrata aumentando la corsa significa che a Iwata hanno pensato bene di concentrarsi sulla coppia, che aumenta nel valore di punta ma è anche più sostenuta dappertutto. E un motore con tanta coppia è quello che serve se volete vivere quella bellissima sensazione di spalancare il gas e non sapere se sei sveglio o stai ancora sognando, come diceva Neo, svegliatosi di soprassalto ancora dentro a Matrix. E infatti la coppia passa da 87,5 Nm a 8.500 giri a ben 93 Nm ben 1.500 giri più in basso, a 7.000. Se prima bastava la minima provocazione da parte del polso destro per sentire l’avantreno alleggerirsi, è facile pronosticare che ora sia ancora più facile.
Però, visto che non basta pensare di essere più veloci, bisogna semplicemente esserlo - stavolta la citazione è da Morpheus - è anche importante che ci siano tutte le condizioni per farlo. E allora ecco che tutto quello che Yamaha ha imparato con la YZF-R1 arriva sulla MT-09. C’è il controllo di trazione affiancato dallo slide control, per gestire separatamente le perdite d’aderenza e il vero e proprio traverso. E c’è una frenata evoluta, con controllo della stabilità che limita il sollevamento del retrotreno e funzionalità cornering.
E poi un bel comparto sospensioni rimodernato. Davanti c’è una KYB completamente regolabile, dietro un mono - sempre KYB - anche lui regolabile. I cerchi sono prodotti con una tecnologia di forgiatura rotativa per alleggerirsi e ridurre l’inerzia giroscopica. E come per l’elettronica anche l’impianto frenante, al netto dei dischi da 298 mm, è quello della superbike YZF-R1.
L’estetica? Fa discutere, ma è giusto che sia così. La MT-09 deve essere anche un po’ eccessiva, non è fatta per chi vuole passare inosservati. Minimalista, robotica, futuristica, come del resto è sempre stata fin dall’inizio - il punto è che ci siamo abituati alle sue linee anticonformiste e personali e ci fa meno effetto, ma la MT è sempre stata così. E non vediamo l’ora di vederla dal vivo. Per spalancare il gas, e vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio…