Manx segna il rientro di Norton con una proposta che unisce heritage e ingegneria moderna. Sotto carene essenziali, prive di viti a vista, lavora un V4 a 72° con fasatura irregolare: l’eliminazione di un albero di bilanciamento riduce inerzie e ingombri a vantaggio della prontezza.
I numeri sono da prima della classe: 206 CV a 11.500 giri e 130 Nm a 9.000, tenuti a bada da una suite elettronica completa. Non solo potenza: un test program da 30.000 km, con piloti e stili diversi, ha indirizzato la messa a punto proprio nell’arco 3.000–8.000 giri, dove si guida davvero. Il linguaggio formale richiama la storica Manx con sottili linee orizzontali, mentre il forcellone monobraccio esalta la ruota posteriore
Quattro versioni per i cerchi: fusi, forgiati (come in mostra) e due varianti in fibra di carbonio. Una sportiva “di sostanza” che riaccende l’ambizione britannica.