Antoine Meo è contagioso. Bisogna starne alla larga se non si vuole essere irrimediabilmente contagiati dalla forza del suo personaggio, sostanzialmente imperniato, come un portale, su due cardini d’acciaio: passione smisurata e divertimento, piacere assoluto di quel che fa (fortunatamente, ma anche con un enorme impegno professionale). In Italia, quasi definitivamente, l’ha portato Fabrizio Azzalin, famoso “domatore di piloti selvaggi”), che gli ha dato una sella e alcune dritte, e lo ha lanciato nel firmamento dei grandi Campioni dell’Enduro.

Per arrivarci dal Motocross servono tre cose: un Titolo (Europeo Supercross), una dozzina di brutte botte, soprattutto alle ginocchia, e la voglia di non mollare, magari “riciclandosi” in altro. Ecco che subentra “Azza” e la storia impenna. Nel 2008 debutta nel mondiale Enduro, 5°, l’anno dopo è il vice Campione della leggenda Mika Ahola, due anni dopo, 2010, è l’inaugurazione della serie. Imprendibile, intrattabile per quattro stagioni consecutive, una “pausa” nel 2014 e la “ribadita nel 2025. 5 Titoli, ai quali si devono aggiungere le quattro stagioni vincenti della formidabile Squadra francese, di cui è il trascinatore “morale”, alla 6 Giorni Internazionale di Enduro. Poi basta.

Ma non basta, perché si passa alla Dakar, si vince ma si rimediano botte esemplari, “istruttive”, situazioni pericolose che consigliano una maggiore circospezione. Il tempo di rimettersi in sesto e di aver deciso di appendere il casco al chiodo… che entra nella sfera Ducati. In breve. A lui si dovranno contributi importanti allo sviluppo della favolosa Desert X e delle nuove Desmo MX, le Moto da Cross della nuova era Ducati. Viaggi, piste, ancora gare… quando ti prende è difficile smettere! Anche se ti piace fare la pizza in campagna, con gli amici.