Alessandro Lupino: "Ducati è come una famiglia, con Cairoli non parliamo mai di moto"
Alessandro Lupino: "Ducati è come una famiglia, con Cairoli non parliamo mai di moto"
Alessandro Lupino è l'uomo che ha fatto la storia Ducati nel motocross. "La prima vittoria con entrambi i modelli porta il mio nome, la sento come la mia famiglia", confessa il pilota romagnolo che nel 2006 seminava il panico nell'85: "Vinsi il Mondiale Junior a Vanta battendo Tomac e Roczen. Passai Seewer all'ultima curva, lo centrai, cademmo entrambi ma ripartii e vinsi".
L'amicizia con Cairoli nasce da giovanissimo: "A 15 anni andai da De Carli, Antonio era il mio idolo. Vivevo sotto di lui, scherzi quotidiani. Il nostro segreto? Non parliamo mai di moto, solo di famiglia e hobby".
Il 2021 regala il sogno: "Motocross delle Nazioni vinto in Italia con Tony e Guadagnini. Caddi, battei la testa, non ricordo 17 minuti di gara. Ma eravamo una squadra fantastica, disposti a tutto per l'altro. Tony era caduto a Riola e non voleva correre, insistetti molto".
Con Ducati cambia tutto: "Da pilota a sviluppatore, la mentalità più difficile. La 450 era già perfetta al primo test di dicembre. La parte più impegnativa? Le sospensioni, foglio bianco totale".
Come tecnico federale individua i talenti: "Alvisi, Mancini, Mantovani. Il pilota lo riconosco dagli occhi prima della manche, sai già il risultato".