Le storie di Nico:
com’erano le ‘zanzare’
della classe 50
Ora pare incredibile che si potesse correre con quelle gommine, e piegare a 180 all’ora. Eppure dal ’62 all’83 la “minima cilindrata” ha dato spettacolo con belle gare, grandi campioni e raffinate soluzioni tecniche. A Monza provai la Garelli di Lazzarini, vice campione del mondo. Ecco come andò
Negli anni Sessanta dominarono Suzuki e Honda con le 50 mono e bicilindriche a due e quattro tempi: gioielli meccanici che superavano i 300 cavalli/litro e i 20.000 giri. Prima che un regolamento FIM meno permissivo la fermasse, Suzuki aveva pronto addirittura un tre cilindri a V di 90°… Immaginatevi che musica.
Angel Nieto è stato il re di questa cilindrata quando ai giapponesi subentrarono le spagnole Derbi e Bultaco, ma tanti sono stati i campioni che le hanno guidate. La categoria apriva ogni programma domenicale, e in Italia proprio con le piccole 50 i più giovani iniziavano a correre in pista e nelle gare in salita, con semplicità e con budget ridotti.
Mi capitò di provare nei primi anni Ottanta la Garelli di Eugenio Lazzarini vice campione del mondo: a Monza, nonostante la pioggia e l’asfalto bagnato, scoprii una moto favolosa, stabile e con tanto feeling. Non era facilissimo partire da fermo, però, e il tester successivo bruciò la frizione...