La sicurezza in strada: tra quello che si è fatto a quello che si deve ancora fare?
Sicurezza e divertimento sono un equilibrio precario quando si parla di due ruote. Ne parliamo con Francesca Marozza (Responsabile dei Rapporti Istituzionali FMI) e Giordano Biserni (Presidente ASAPS)
Sicurezza e divertimento sono un equilibrio precario quando si parla di due ruote. Che sia in bici, in moto o in monopattino, chi è su due ruote è sempre un utente debole della strada. Insieme a Francesca Marozza (Responsabile dei Rapporti Istituzionali FMI) e Giordano Biserni (Presidente ASAPS) cerchiamo innanzitutto di inquadrare il problema.
Le statistiche negli ultimi anni sono complicate da interpretare a causa dei lock down, ma i dati del 2021 rispetto al 2019 registrano un calo. I numeri restano però sconfortanti: parliamo di 2.875 morti in totale, di cui quasi 700 motociclisti e oltre 300 tra monopattini e biciclette.
Le cause principali sono distrazione, velocità e il non rispetto del codice della strada. La risposta è nell’educazione stradale e nei controlli che sono ormai sono delegati troppo agli apparati elettronici. Cosa possono fare il governo e le amministrazioni?
Sicurezza però si traduce anche in una maggior tutela dei motociclisti a partire dalle necessità basilari come - per fare un esempio - la manutenzione del manto stradale.
E’ stata l’occasione anche per parlare di divertimento e di velocità che devono però sempre essere accompagnate da competenze e prudenza. L’alternativa c’è, è la pista. Ma costa cara e nonostante gli sforzi della Federazione non è accessibile a tutti.
Concludiamo parlando di monopattini e della reale pericolosità di questi veicoli al di là della demonizzazione. Il casco dovrebbe essere obbligatorio? Il governo sta andando in questa direzione?