EICMA, per noi, è anche Night Ride Out (qui tutti gli appuntamenti), il Fuorisalone della Moto, l’evento che abbiamo organizzato con South Garage in Via Eugenio Brizi 4, a Milano: interviste, talk, incontri e DJ set per tutta la settimana. A inaugurare Night Ride Out, quattro donne che dei motori hanno fatto la loro vita.
Giulia Toninelli ha quindi intervistato Vicky Piria e Rebecca Busi, che hanno scelto il mestiere del pilota anche quando non sembrava possibile. Due mondi diversi - la pista e il deserto - che si incontrano nelle difficoltà, dal trovare sponsor a cui non basta il talento a doversi confrontare con una disciplina che ti mette costantemente alla prova. Vicky parla della sua stagione nel campionato Gran Turismo, dall’incidente alla Curva della Roggia alle sensazioni del rientro in pista dopo l’infortunio. E spiega come nel motorsport, nonostante tutto, valga il proverbio romano ‘prima o poi t’impari’, che lei dedica ai piloti con la valigia che corrono in Formula 1 grazie a famiglie estremamente ricche. Rebecca invece racconta come ha vissuto la sua prima Dakar e come invece sta preparando la seconda: i problemi con l’Arabia Saudita (perché donna, con un casco arcobaleno e sponsor non esattamente convenzionali), i limiti tecnici del mezzo (con componenti pressoché di serie) e le sensazioni al volante quando sei solo davanti al deserto: dune, tempeste di sabbia, guasti, imprevisti. Entrambe chiudono raccontandoci il loro approccio con gli uomini: “Ah, fai il pilota? Ti posso sfidare?”.
Cosimo Curatola, invece, ha intervistato Caterina Licini ed Estelle Kolakowski, entrambe ex ballerine nonché appassionate di enduro. Si sono conosciute a un evento dedicato al fuoristrada, dove hanno scoperto di avere un passato in comune nella danza classica: un mondo difficile, con le sue regole e le sue rigidità, che praticato a livello professionale richiede l’esclusione di tutto il resto. Niente sport pericolosi, poca vita sociale, controllo del peso. Poi, lasciata quella strada, sono arrivate le moto. Estelle è anche insegnante di yoga, e racconta che la serenità mentale che si può trovare in sella è molto simile a quella che viene rincorsa durante la meditazione. Caterina, invece, ci parla di propriocezione, la conoscenza del proprio corpo e dei movimenti: “Se mi dicono di spostare il gomito di due centimetri so come farlo, ma è un’arma a doppio taglio: quando salgo in moto voglio che sia tutto perfetto e questo forse è un limite”.